ARVAL MOBILITY OBSERVATORY PRESENTA LA SUA NUOVA RICERCA DEDICATA ALLE FLOTTE OPERATIVE “CONNESSE”
“Il ruolo della connettività nel presente e nel futuro delle flotte operative” è la nuova ricerca di Arval Mobility Observatory, l’osservatorio sulla mobilità di Arval, che sviluppa, divulga e condivide informazioni e analisi complete volte a raccontare il nuovo paradigma della mobilità.
Quali obiettivi si pongono le aziende che hanno flotte di veicoli commerciali «connessi»? Quali dati analizzano e come questi dati vengono utilizzati? Parte da queste domande la ricerca dell’osservatorio che vuole cogliere come, alla luce dell’avvento delle nuove tecnologie digitali e della quantità di informazioni che possono essere raccolte, i dati costituiscono un asset strategico per decisioni più informate in grado di rendere più efficiente la gestione della flotta, migliorare la sicurezza e ottimizzare la pianificazione delle attività.
Dall’indagine, realizzata in collaborazione con Econometrica, che ha effettuato oltre 250 interviste ad aziende di varie dimensioni e industry dotate di flotte «connesse», emerge che il 60% di loro si è rivolto ai partner di mobilità per implementare il servizio di telematica.
È il bisogno di efficienza che guarda sia ai target di business che alla soddisfazione delle esigenze dei clienti a guidare le aziende verso l’adozione di soluzioni telematiche. Più nello specifico, la geolocalizzazione in tempo reale dei veicoli (per il 45% degli intervistati), l’ottimizzazione dell’uso dei veicoli (43%), la riduzione del TCO (35%) e il miglioramento della sicurezza dei driver (30%), gli obiettivi più ricercati dai manager interpellati.
Non stupisce quindi che i dati che le aziende intervistate considerano più importanti sono quelli relativi al comportamento di guida, ai consumi e alle informazioni relative alla manutenzione. Sempre in un’ottica di ricerca di efficienza, gli intervistati dichiarano che i dati devono soprattutto essere tempestivi, affidabili e generati automaticamente.
Nel 74% dei casi, i dati sono estratti e gestiti internamente all’azienda; la mancanza di know-how o di tecnologie avanzate per il monitoraggio, per il 46% di loro, o di personale, per il 38% degli intervistati, possono spingere invece le aziende a chiedere un supporto consulenziale esterno, nello specifico al partner di mobilità.
Internamente, il 21% delle aziende arriva a coinvolgere anche il top management nella valutazione e analisi dei dati raccolti, di cui usufruiscono per lo più i fleet, mobility e facility manager, nel 77% dei casi.
8 aziende su 10 consultano i dati generati dalla connettività dei veicoli e il 40% li utilizza realmente per implementare strategie di miglioramento, soprattutto finalizzate all’introduzione di sistemi per rispondere tempestivamente agli alert (51%), per programmare corsi di formazione e guida sicura per i driver (42%), per ripianificare periodicamente i percorsi (38%) e per valutare soluzioni di mobilità alternativa (36%) o di elettrificazione della flotta (21%).
Qual è, invece, il rapporto dei driver con la telematica? I driver accolgono positivamente l'introduzione della telematica e ne comprendono i benefici (il 77%) tanto che nel 60% dei casi l'utilizzo della tecnologia si è rivelato utile per prendere coscienza e promuovere comportamenti più corretti.
Secondo Massimiliano Abriola, responsabile di Arval Mobility Observatory in Italia, “La ricerca di informazioni accurate, tempestive ed economiche, quindi efficienti nella loro generazione e organizzazione, conferma l’ambizione delle aziende nel coltivare vantaggi strategici e riflette l’evidenza di un presente che offre soluzioni per una più efficace gestione operativa delle flotte di veicoli commerciali”.
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